“Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o a persone realmente esistenti è purtroppo tragicamente vera.
Alcuni nomi dei protagonisti di questa storia sono stati però cambiati per tutelare i loro familiari: le figure di m**da dei padri non possono ricadere sui figli, e nemmeno sui lontani cugini”.
Mi sono bastate queste parole per decidere che sì, avrei letto e scritto del libro “Il commosso viaggiatore” (Giunti editore), scritto da Giobbe Covatta sotto la supervisione (docile o con fucile a pompa poco importa) della moglie Paola Catella.
Il nuovo libero del comico partenopeo rispecchia a pieno il dna del personaggio che abbiamo conosciuto attraverso il famoso vecchio tubo catodico, con una grande capacità di arrivare dritto al lettore tra il serio e l’ilare.
E qui di ilarità ve ne è tanta nel racconto di tutte le avventure in terra africana che lo hanno visto protagonista insieme alla moglie Paola, per il popolo africano divenuta “Mama Paùla”, insieme a una “banda di deficienti” che diventa il sale di questo libro.
Oltre a Giobbe e alla moglie troviamo Tic-Tac, l’appassionato attivista con più tic di tutto il sistema solare; Angelo Franchi, figura mitologica, metà uomo e metà telecamera; Provolazzi, produttore esecutivo con un’insana passione per l’ornitologia; e Tom-Tom, la guida più inutile di tutto il continente dai tempi di Livingstone.
Ogni avventura viene raccontata in maniera divertente, ogni problematica viene mostrata al lettore con un po’ di sana ilarità senza mancare il vero obiettivo: far capire che cosa è costretto ad affrontare ogni cittadino africano (soprattutto nella zona subsahariana) tra assenza di acqua ed elettricità, e la carenza delle medicine necessarie per curare le malattie presenti in quelle zone.
Con “Il commosso viaggiatore” Giobbe Covatta (ambasciatore AMREF e Save The Children) e sua moglie Paola mostrano a noi occidentali la grande fortuna di essere nati nella parte “migliore” della Terra, che ci permette di poter vivere un’esistenza quantomeno decente, mettendoci però di fronte anche alle responsabilità che sempre più spesso non ci prendiamo, con focus particolare sui disastri volontari combinati dalle potenze mondiali che nel territorio africano trovano ogni tipologia di oro, arricchendosi sulle terre, sulla salute e sul presente di queste persone.
E, forse, dopo questa lettura si prenderà coscienza di quello che siamo diventati nel tempo, cambiando un po’ atteggiamento e aprendoci verso una solidarietà maggiore. D’altronde basta poco, che ce vò…
Lascia un commento