“Dove finisce l’orizzonte” (edizione Sperling & Kupfer) è uno di quei racconti che ti affascina per le numerose avventure vissute dall’avventuriero umbro Lorenzo Barone, sia a nel mondo terreno sia alla ricerca di se stesso.
Un vero e proprio diario di viaggio che porta il lettore da un capitolo all’altro della vita del nostro beniamino, partendo quel bambino così pieno di energia e curiosità che resta tale anche col passare del tempo, tanto da trovare prima nel parkour e poi nelle pedalate in giro per il mondo ciò in cui poter liberare l’irrefrenabile voglia di essere sempre in movimento.
Complici anche i viaggi fatti con i suoi genitori, Lorenzo non sta più nella pelle e decide di salire in sella a una vecchia bici della mamma e di ricoprire lunghe distanze prima in Italia e poi nella parte ovest d’Europa, toccando Francia, Spagna e Portogallo.
Quegli 8mila chilometri lo riempiono di adrenalina e di voglia di pedalare ancora, nonostante una scuola ancora da terminare. Il “dovere” richiamerebbe all’ordine scolastico, il “desiderio” lo porta a non smettere mai di porsi nuovi ciclo-obiettivi.
“Dove finisce l’orizzonte” è un racconto intimo in cui non si nega al mettere di fronte alle gioie per le sfide portate a termine, le delusioni per le bandiere bianche che dovette alzare e che fanno parte, come la vita insegna, del percorso di crescita di ognuno di noi.
Sali e scendi, montani e scollinamenti, con tanta dose di bella follia e incoscienza che lo portano ad un passo dal dover pedalare in un’altra dimensione, diversa da quella terrena.
Un grande incidente di percorso che non lo abbatte e che, pur tenendolo ai box per diverso tempo, gli dà una nuova carica e dei nuovi obiettivi.
Il Marocco, la Turchia, il Giappone e l’India, ma anche l’aurora boreale del nord Europa, la Strada del Pamir, la terra di nessuno in Kirghizistan e Tagikistan, fino a quella Russia che lo metterà di fronte ai -56 °C della Jakutia e al dolce caldo dell’amore che prende il nome di Aigun.
Un viaggio iniziato con la diffidenza e un bastone per tenere lontano i malintenzionati e proseguito con imprevisti, sfide, paure e con il grande affetto della gente, che nonostante non ti conosca è capace di aprirti le porte di casa, che significa per un attimo spalancare l’uscio della propria vita.
“Dove finisce l’orizzonte” è un libro che verrà apprezzato dai cicloviaggiatori e non e che, cosa non da poco, insegna a tutti a non arrendersi di fronte alle difficoltà perché una luce c’è sempre in fondo al tunnel, a lasciare a casa la diffidenza verso il prossimo (e in questo viaggiare aiuta tantissimo!) e ad avere quella sana follia che ti permette di fare cose che mai avresti pensato prima.
Lorenzo Barone in pillole
Nato a Roma nel 1997, nei suoi numerosi viaggi in solitaria Lorenzo ha attraversato tre continenti e sessantaquattro Paesi.
Ha affrontato i forti venti dell’Islanda, la notte polare e le temperature inferiori ai -50 °C durante la lunga permanenza di oltre un anno in Jacuzia (Russia).
Ha inoltre attraversato l’intero suolo africano, dal Sudafrica all’Egitto, oltre a molti altri Paesi e territori.
Grazie alle foto condivise sui social per documentare le sue avventure, attorno a Lorenzo si è formata in pochi anni una straordinaria community di estimatori. Tra un viaggio e l’altro, vive con la moglie a Bologna.
Al momento della scrittura di questo articolo, il suo profilo Instagram vanta 168mila seguaci, con ben 424 pubblicazioni e una media visualizzazioni video che tocca quota 100mila. Su YouTube, invece, il numero di iscritti ha oltrepassato le 80mila unità.
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