L’autunno giapponese raccontato da Valentina Sgambato

L’autunno giapponese come non l’avete mai letto. Valentina Sgambato racconta una delle quattro stagioni nella terra del Sol Levante in “Un anno in Giappone – Autunno”, il primo dei quattro romanzi a tema. O se vogliamo definirlo per come è scritto su Amazon, una guida-romanzo.

“Un anno in Giappone – Autunno” è più di un semplice viaggio in una delle terre più belle, magiche, pazze e contraddittorie dell’intero globo, un mondo a sé per tutto quello che è capace di offrire.

Una lunga esperienza di vita seppur durata meno di quanto desiderato (oppure tanto ma volata in fretta come il tempo, punti di vista), esplorando tutto ciò che il Giappone sa offrire, dai paesaggi e dalla natura dalle forte tinte autunnali alle città dalle insegne fluorescenti, dalle feste nipponiche all’esplosione di sapori che le esperienze culinarie sanno regalare.

A questo si aggiunge il percorso intimo e personale della scrittrice Valentina, il cui viaggio non è in solitaria bensì in compagnia di Gabriele, in un momento delicato della propria vita.

Tutto si fonde e tutto si mostra al lettore, come una vera guida (se avete pensato a Lonely Platet, avete ragione) in cui c’è spazio non solo per le mete più conosciute come Tokyo, Fukuoka e Hiroshima (le ultime due note rispettivamente per il forte terremoto e per la bomba atomica) ma vi è soprattutto per quelle meno note al pubblico, un punto a favore e che sarà molto utile per coloro che avranno in mente di pianificare un viaggio che esca fuori dai binari standard e comuni ai turisti che visitano il Giappone.

E se questa lettura non vi ha lasciati sazi, dovrete aspettare Dicembre 2022 per la seconda delle quattro stagioni: l’inverno.

Un libro bello ma con dei punti dolenti

Un libro ricco di informazioni, di aneddoti, di immagini visive trasferite su carta e di esperienze vissute e raccontate, ma che presenta alcuni elementi di criticità che ho potuto riscontrare durante la lettura.

La prima è la lunghezza delle pagine: ben 454. Non impatta negativamente sugli amanti del Giappone, i quali si perdono volentieri nella lettura, nella curiosità, nelle informazioni e nell’esperienza vissuta dall’autrice.
Il problema potrebbe presentarsi per coloro che sono incuriositi ma non appassionati di tutto ciò che riguarda il Sol Levante. Per come la penso, il numero massimo di pagine avrebbe dovuto attestarsi tra le 250 e le 280.

Ogni capitolo raccontato vede una spaccatura dettata da una parentesi su un determinato luogo (ad esempio il Takayama Matsuri e il Niihama Taiko Matsuri, giusto per citarne due). Se è vero che questo che dà respiro ad una lettura molto ricca e lunga (e qui si ritorna al paragrafo precedente), è altrettanto vero che l’utilizzo di un carattere totalmente differente (DejaVu Sans?) risulta alquanto fastidiosa.
Fondere l’approfondimento all’interno del racconto e senza essere eccessivamente lunghi sarebbe stata la cosa migliore (sempre secondo la mia opinione).

Il terzo punto è una annotazione totalmente personale e devo partire da quanto pubblicato sul portare onigiro.com (clicca qui): […] in un percorso che è una guida al Giappone ed al coraggio di afferrare la propria esistenza per farne il viaggio più bello in assoluto […].

La bellezza dei racconti di viaggio risiede nel segno che lascia nella propria persona, nei pensieri stupendi e a volte meno (fanno parte dell’esperienza) e di ogni avventura vissuta. Soprattutto nell’ultima parte, quella relativa a Tokyo, spicca palesemente un aspetto del viaggio che poco a che vedere con l’impatto interiore e molto con quello monetario: il consumismo. Se quello culinario è presentissimo ma fa parte del percorso, quello dell’acquisto smodato di gadget e non solo discosta l’attenzione dal vero scopo del viaggio. Ma questo, ci tengo sempre a ripeterlo, è una semplice visione personale.

Note sull’autrice

Valentina Sgambato nasce a Roma nel 1989. Ha studiato al liceo classico col fine di sfogare la sua creatività nell’ambito della scrittura, amore che porta con sé sin da quando era bambina.

Il suo percorso di studi universitario nulla ha a che vedere con quello delle scuole dell’obbligo. Infatti, si iscrive in Scienze Biologiche specializzandosi in biologia ambientale, approfondendo la botanica e dedicandosi ad orti e giardini nel tempo libero.

L’amore per la natura, il manga, gli anime e la filosofia zen la portano ad affascinarsi e poi ad innamorarsi del Giappone, terra tanto lontana ma che la portaa 26 anni a visitare Tokyo per due settimane, impattando un mondo completamente nuovo e differente, ma con cui considive valori e sensibilità, tanto da voler tornarvi ancora.

Non è un caso che intraprenda un corso di cultura giapponese a Roma dove conosce Gabriele, con cui condivide la passione per la nazione nipponica e con il quale visiterà la visiterà da testa a piedi.

E come se non bastasse, fonda – sempre insieme a Gabriele – onigiro.com, sito di itinerari tematici e approfondimenti sulla terra del Sol Levante.

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