Flash, il libro dell’oro olimpico Marcell Jacobs

Cosa significa essere l’uomo più veloce in una Olimpiade e portare per la prima volta l’Italia all’oro nella manifestazione più importante al mondo? E cosa c’è dietro quel tempo e quella medaglia che ti proietta nell’Olimpo?

Flash, il primo libro del velocista italiano Marcell Jacobs (edizioni Piemme), è capace di dare le risposte a tutte queste domande per viva voce – o meglio, per viva scrittura – dell’uomo che ha riscritto l’atletica leggera nella gara regina e nella manifestazione delle manifestazioni.

Una vita invidiabile solo all’apparenza, fatta di vittorie, di medaglie, di sponsor, di un’interesse generale da aumentare esponenzialmente l’attenzione dei mass media.
Eppure, tra le pagine del libro in cui vita privata e quella di atleta sembrano viaggiare su binari paralleli tenuti volutamente a distanza, quella bellezza lascia spazio a quegli ostacoli peggiori di quelli che i corridori affrontano sul tartan, a partire da quell’infanzia che lo ha visto con la figura materna a fare anche da padre, mentre il genitore vero e proprio – un ex soldato statunitense – sparisce dopo poco e rivedendolo soltanto una volta in età adolescenziale, con il distacco presente da due estranei.

La dimensione lombarda di Desenzano del Garda, poi quella di Gorizia e infine il trasferimento nella città eterna. Il successo di Marcell passa da questi step, dagli allenatori che lo seguono e dall’entourage che lo circonda, a formare una squadra che per diventare imbattibile deve passare dalle cadute fisiche e prestazionali, dai momenti di sconforto, dagli infortuni e dalle paure umane.

In un alternarsi di capitoli che saltano dagli istanti vissuti a Tokyo a quelli che lo hanno portato a raggiungere il risultato sportivamente e nell’ambito extra-sportivo, si conosce un Marcell che non è solo una motoretta umana capace di lasciare il salto in lungo per sposare la velocità, il primo di due matrimoni che segnano in meglio la sua vita, ma anche un uomo fragile, silenzioso, capace di alzare un muro più alto di quello di Berlino per non lasciar entrare nel suo terreno chiamato vita, quella presenza che tanto lo ha fatto star male, una reazione che inconsciamente contribuisce a tenere quella tigre che sul tartan aspettava soltanto di ruggire.

Note sull’autore

Marcell Jacobs nasce a El Paso, nel Texas, il 26 settembre 1994. Con un passato di saltatore in lungo abbandonato dopo una serie di infortuni lo hanno fatto sprofondare nello sconforto, nella velocità trova la sua seconda strada, una nuova via per trovare la luce in fondo al tunnel.

A Tokyo si laurea campione olimpico correndo in 9”80, diventando l’uomo più veloce nel 2021 e segnando il record europeo e di conseguenza anche italiano, ma sempre più alto rispetto a quello che impiego io per terminare un rapporto sessuale.

Al primo oro ottenuto nella stessa giornata in cui Gimbo Tamberi vinceva la medaglia pregiata nel salto in alto, si aggiunge quello della 4×100 con Lorenzo Patta, Fausto Desalu e Filippo Tortu, quest’ultimo presente a più riprese all’interno del libro per la rivalità in pista. Una medaglia vinta per un centesimo sulla Gran Bretagna che dopo il Brexit dal gradino più alto del podio, vede anche quello della gara per la positività al doping di uno degli staffettisti.

Marcell Jacobs è padre di tre bambini: il primo Jeremy ottenuto a 19 anni dalla prima compagna, Anthony e Meghan nati con la seconda compagna Nicole, con cui è sposato.

È amante della velocità su auto (possiede una Lamborghini) e su PlayStation, da buon appassionato di videogiochi.

Lascia un commento

Blog su WordPress.com.

Su ↑